House sharing, stop all'evasione: nella manovra la norma “Airbnb”

pubblicato da il 19/11/2016 10:40

Tra i numerosi  emendamenti  alla legge di Bilancio presentati entro i termini, ve n’è uno,  approvato dalla commissione Finanze della Camera, che  si propone di regolare il mercato degli affitti brevi , la cosiddetta "norma Airbnb”. L'obiettivo è quello di  favorire la trasparenza nel mercato delle locazioni di breve periodo e assicurare il contrasto all'evasione fiscale, dunque lo scopo è quello di  portare in superficie un fenomeno in gran parte sommerso facendo  sì che tutti gli operatori paghino le tasse nella giusta misura e rispettino le regole poste a tutela  del mercato.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha  espresso la sua contrarietà all’'emendamento presentato dal Partito Democratico e ora sottoposto alla commissione Bilancio, ma sarà l'iter parlamentare della manovra che ne deciderà le sorti.

Se questo iter sarà superato, il direttore dell’Agenzia delle entrate dovrà emanare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della manovra un decreto in cui dovrà stabilire “le modalità di attuazione” del nuovo regime.

Cosa cambierebbe con la normativa? 

Chi affitta camere e case non potrà più sfuggire agli occhi del fisco. Ci siamo spesso trovati a scontrarci con un mercato dove molti non agiscono in regola e viene messa in discussione anche la sicurezza, dal momento che spesso non vengono comunicati in Questura i dati degli ospiti. 

La norma, se andrà in vigore, prevederà l’obbligo di iscriversi in un apposito registro  per quanti danno in affitto la casa per un breve periodo, prevedendo anche che, debbano comunicare al fisco gli estremi di ogni transazione, i portali attraverso i quali i proprietari si mettono in contatto con gli affittuari ed inoltre  debbano fare da sostituto di imposta, ovvero anticipare al fisco il dovuto per conto del proprietario dell’appartamento.
Nel dettaglio, l’emendamento prevede che dal’1° gennaio 2017 il canone relativo alle locazioni di breve periodo, compresi bed&breakfast e affittacamere sarà soggetto all’imposta in vigore per gli affitti, la cosiddetta cedolare secca, con un’aliquota al 21%.

Presso l’Agenzia delle Entrate sarà creato un “Registro unico nazionale delle attività extra-alberghiere non imprenditoriali”, in cui saranno riportate le generalità di chi affitta.

Gli intermediari dovranno diventare sostituti di imposta e, dunque, provvedere al versamento al fisco per conto di chi affitta, con anche una clausola anti-evasione, cioè con la responsabilità "in solido" sul pagamento delle tasse da parte del privato e dell’intermediario.

Anche a questa tipologia di affitti si applicherà poi l’imposta di soggiorno, come è attualmente  per alberghi e le altre strutture ricettive tradizionali.


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